Bonus affitto 2025

Bonus affitto 2025


Bonus affito 2025 per lavoratori e famiglie al centro della prossima Legge di Bilancio. Se per queste ultime il pacchetto di misure presentato dalla ministra Roccella è ricco di novità e miglioramenti, non è da meno quello che interessa coloro che hanno un impiego.

L’estensione del bonus mamme alle lavoratrici autonome e l’applicazione del bonus Meloni ai redditi fino a 40.000 euro non sono le uniche novità. C’è anche un intervento che riguarda i fringe benefit.

Fringe benefit: le soglie per il Bonus affitto 2025

I fringe benefit possono essere visti come una sorta di retribuzione aggiuntiva rispetto allo stipendio, corrisposta in forma anche diversa dal denaro. Possono essere considerati come dei bonus che le aziende possono riconoscere ai propri dipendenti. Ne sono un esempio i buoni acquisto, l’auto o il telefono aziendali, eventuali polizze assicurative, ecc.

Nel 2024 la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit è stata portata da 258,23 euro a 1.000 euro per i lavoratori dipendenti senza figli. La soglia esentasse per dipendenti con figli fiscalmente a carico, invece, è pari a 2.000 euro.

Tali soglie sono state confermate anche per il 2025. Lo ha reso noto Palazzo Chigi nel comunicato stampa del 15 ottobre, nella sezione dedicata al lavoro e alle imprese.

Bonus affitto 2025 esentasse

Ma non è finita qui. Suddetto comunicato stampa aggiunge:

“Oltre alla conferma dei fringe benefit per tutti gli aventi diritto, gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri”.

Le soglie esentasse sono quindi destinate a salire per coloro che decidono di accettare un lavoro a piĂ¹ di 100 chilometri dalla propria residenza. Un’ipotesi su quanto possano aumentare tali limiti la avanza Il Sole 24 Ore di venerdì 18 ottobre: secondo il quotidiano, potrebbero arrivare a 3 o 4 mila euro.

Una misura, questa, che va incontro alle richieste di Confindustria, che aveva invitato il governo a inserire nella prossima Manovra una sorta di piano casa (o piano alloggi) per incentivare i lavoratori ad accettare lavori anche lontani dalla propria residenza. Soprattutto considerata la difficoltà per le imprese di reperire manodopera specializzata: quando c’è, non va fatta scappare.

In arrivo un nuovo sussidio per chi si trova in difficoltĂ  economica e non riesce a pagare il canone di locazione, il bonus affitto servirĂ  a evitare lo sfratto.

Il bonus affitto rappresenta un valido aiuto economico per coloro che non riescono a pagare il canone di locazione mensile, e prima che subentri lo sfratto, entra in gioco il “bonus affitti per morositĂ  incolpevole”.

Il sussidio è gestito dalle Regioni ed erogato dal Fondo per Morosità Incolpevole, con l’obiettivo di coprire in parte o totalmente le spese dei canoni non versati al proprietario dell’immobile in locazione. Le Regioni hanno piena autonomia nella gestione del fondo e, quindi, i parametri di accesso possono essere diversi da Regione a Regione.

Bonus affitto e morositĂ  incolpevole

Il principio fondamentale del bonus affitto è individuare la morosità incolpevole. Questo termine si riferisce a quelle persone che non pagano i canoni di affitto per oggettive difficoltà economiche; il mancato pagamento non dipende dalla loro volontà.

Su questa base, i bandi delle varie Regioni, in linea di massima, hanno i seguenti requisiti:

a) ISEE con un valore non superiore a una determinata soglia (l’importo puĂ² variare in base alla Regione di appartenenza);

b) aver perso il lavoro o una riduzione significativa dell’orario (ad esempio da un full-time a un part-time);

c) avere una patologia grave che crei un’inabilità lavorativa o di percepire un reddito che non permette di pagare i canoni di affitto;

d) nel caso il lavoratore abbia subito una sospensione dell’attività lavorativa o si trovi in Cassa Integrazione.

La decisione di lasciare la gestione del Fondo per MorositĂ  Incolpevole alle Regioni e ai Comuni, con l’emanazione di propri bandi, rende il bonus affitto piĂ¹ equo, in quanto rispetta il tessuto economico e sociale del territorio. In questo modo le Regioni o i Comuni possono scegliere criteri di accesso piĂ¹ flessibili nelle zone con un tasso di disoccupazione piĂ¹ alto.

Come presentare domanda per il

Bonus affitto 2025

Prima di presentare la domanda per il bonus affitto è necessario leggere attentamente il bando comunale o regionale. Dopo aver raccolto tutte le informazioni sulla documentazione richiesta dal bando (ad esempio l’ISEE o la certificazione che attesti una patologia grave), è possibile presentare direttamente la domanda online sul sito dell’ente. In alternativa, è possibile presentarsi presso gli uffici preposti.

Il bonus rappresenta un sussidio economico valido per tante famiglie che si trovano in grave difficoltĂ  economica e rischiano lo sfratto. Con questo sussidio si ha la possibilitĂ  di intervenire immediatamente nelle situazioni di disagio economico e sociale con la possibilitĂ  di ricollocare tutti coloro che subiscono una procedura di sfratto.

Se il contratto d’affitto stipulato appartiene al libero mercato, la detrazione spettante sarà di 300 euro se il reddito totale è inferiore a 15.493,71 euro. Se invece il reddito oltrepassa questa cifra ma è inferiore a 30.987,41 euro, la detrazione sarà di 150 euro.

Non c’è detrazione se il reddito supera 30.987,41 euro. Nel caso in cui si sia stipulato un contratto a canone concordato, la detrazione è pari a 495,80 euro se il reddito è inferiore a 15.493,71 euro e 247,90 euro se resta tra 15.493,71 euro e 30.987,41 euro.

Per quanto concerne i giovani inquilini dai 20 ai 31 anni, dal 1° gennaio 2022, per i primi 4 anni di contratto, spetta una detrazione di 991,60 euro o, se superiore, il 20% del canone annuo, non piĂ¹ di 2 mila euro. Il reddito non deve superare 15.493,71 euro. Coloro che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro, nei tre anni precedenti la richiesta di detrazione, possono godere di una detrazione di 991,60 euro se il reddito non oltrepassa 15.493,71 euro. Altrimenti sarĂ  pari a 495,80 euro se il reddito è tra 15.493,72 e 30.987,41 euro.

Bisogna ricordare che il lavoratore deve risiedere nel comune di lavoro o limitrofo. Il nuovo comune deve essere almeno a 100 km di distanza dal precedente e fuori regione, e si deve risiedere da non oltre 3 anni dalla richiesta di detrazione.

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