La Caduta di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle
La caduta di Beppe Grillo e del movimento 5 Stelle , Cala il sipario sulla storia del Movimento 5 Stelle (M5S), uno dei capitoli più singolari della politica italiana, segnato dal carisma irriverente del comico Beppe Grillo e dal sogno di una politica diretta e trasparente. Fondato nel 2009 da Grillo e dall’imprenditore digitale Gianroberto Casaleggio, il movimento, che aspirava a rivoluzionare la politica italiana, ha visto il suo tramonto con la pubblicazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa, in cui l’ex premier Giuseppe Conte ha annunciato la rottura ufficiale con il co-fondatore del partito. Il M5S, come lo abbiamo conosciuto, chiude la sua fase utopica per diventare una vera organizzazione politica sotto la guida di Conte.
Il “Vaffa” Ritorna al Creatore
Lo slogan “Vaffa”, che aveva segnato l’ingresso del Movimento 5 Stelle nella politica italiana come grido di guerra contro la “vecchia politica”, ritorna ora al suo stesso creatore. La relazione tra Grillo e il M5S si era deteriorata a tal punto che Conte ha deciso di revocare il contratto di consulenza che garantiva a Grillo 300 mila euro l’anno. Questa rottura rappresenta molto più di una decisione finanziaria; si tratta di un “parricidio” simbolico, un taglio definitivo con il passato e un tentativo di Conte di consolidare il movimento sotto una nuova leadership, distanziandosi dall’immagine controversa del co-fondatore.
Un’Utopia Infranta
Il M5S era nato con l’idea di essere un movimento di “antipolitica”, promotore della democrazia diretta e della trasparenza. Tuttavia, i problemi interni, i conflitti di interesse e le dispute finanziarie hanno finito per trasformare il partito in qualcosa di molto lontano dalla sua proposta iniziale. Con il tempo, il sogno di rivoluzionare la politica italiana è stato sostituito da battaglie burocratiche e accordi di retrobottega. Ora, ciò che resta sono i frammenti di un progetto che, nonostante le promesse di cambiamento, è stato fagocitato dalla politica tradizionale che tanto criticava.
Conte e il Processo di “Contizzazione” del Movimento
La rottura con Grillo rappresenta l’ultima fase del processo di “contizzazione” del Movimento 5 Stelle. Con la morte di Casaleggio e l’uscita di scena del figlio Davide, Conte è diventato il volto del partito, lasciando Grillo isolato. Questo progressivo allontanamento ha portato il movimento a perdere il suo nome originale: senza Grillo, i membri non potranno più definirsi “grillini”. La domanda che ora si pone è se Conte avrà il carisma necessario per rinominare il partito, magari creando i “contini”.
Il Ruolo di Grillo: Un “Sabotatore” della Sua Creatura
Per anni, Grillo ha svolto il ruolo di provocatore e, recentemente, ha iniziato a criticare apertamente le decisioni di Conte. Secondo Conte, l’atteggiamento di Grillo è stato un atto di sabotaggio contro il partito stesso. Questo comportamento, secondo l’ex premier, comprometteva la visione di rinnovamento e cambiamento all’interno del movimento. L’analogia con un piromane che, ironicamente, non può diventare pompiere descrive bene Grillo: una figura che ha acceso la fiamma iniziale del movimento, ma che ha poi contribuito alla sua implosione.
La Fine della Fase Onirica e il Risveglio alla Realtà
Con l’allontanamento di Grillo, il Movimento 5 Stelle conclude la sua fase più sognatrice e distruttiva, caratterizzata da idealismo e progetti ambiziosi di rinnovamento politico. Il movimento, che prometteva di demolire i palazzi del potere, si è infine adattato alle strutture che tanto criticava. Con la rottura ufficiale, il M5S affronta ora la fase della “rassegnazione”, un momento in cui la politica prende il posto dell’antipolitica e il pragmatismo sostituisce l’idealismo.
L’Ironica Decadenza del Movimento “Anti-casta”
Il Movimento 5 Stelle era nato come una forza di opposizione alla “casta” politica, proponendo un modello di decrescita e promettendo di sostituire la vecchia politica con un approccio più diretto e partecipativo. Ora, l’ironia è compiuta: Beppe Grillo, che idealizzava una politica del “vaffa” contro l’élite, si vede espulso dal partito che lui stesso ha creato. Il movimento, nato per trasformare il sistema, sembra essere stato, invece, trasformato dallo stesso sistema che criticava.
Conclusione: Un Ciclo che si Chiude
Con l’allontanamento di Beppe Grillo, il Movimento 5 Stelle chiude la sua prima era. Il ciclo di un’utopia politica, che si è dimostrata insostenibile, giunge al termine. La politica tradizionale, da cui il M5S tentava di distanziarsi, ha infine prevalso, e la figura che un tempo rappresentava la ribellione popolare contro la classe politica si ritrova ora esclusa dal progetto che aveva concepito.